I Charan (IAST: Cāraṇa; Sanskrit: चारण; Gujarati: ચારણ; Urdu: ارڈ IPA: cɑːrəɳə) sono una casta/comunità dell'Asia meridionale residente negli stati indiani del Rajasthan e del Gujarat, nonché nelle province del Pakistan del Sindh e del Belucistan. Storicamente, i Charan erano poeti e letterati, guerrieri e jagir.[1] Erano specializzati in diverse occupazioni come letterati, guerrieri e commercianti.[2] I Charan erano inseriti nei regni Rajput medievali come ministri, mediatori, amministratori, consiglieri e soldati. La posizione di Kaviraja (poeta e storico di stato) nelle corti reali era generalmente riservata a loro. I poeti Charan hanno contribuito in maniera preminente alla letteratura Rajasthani, Gujarati e Sindhi.
I Charan sono considerati una razza antica e sacra menzionata nelle scritture e nei poemi epici indù come Yajurveda, Rāmāyaṇa, Mahābhārata, etc. Era considerato peccato versare il sangue di un Charan o farlo spargere.[3]
I Charan combatterono in battaglie al fianco dei Rajput e li incoraggiarono a combattere valorosamente con onore. Coloro che sopravvissero, composero poesie in memoria dei loro amici ed eroi caduti. I Charan ricevevano jagir (feudi) dai governanti in cambio dei loro servizi ed erano conosciuti come thakur /jagirdar (classe feudale).[4] I Charan adoravano principalmente "Shakti" nella forma di Hinglaj e dei suoi avatar (reincarnazioni) come donne Charan divine[3] come Awad Mata, Tanot Rai, Karni Mata, Aai Khodiyar, Deval Mata, Bahuchara Mata, ecc. A causa di ciò, sono anche conosciuti come "Deviputra" (figli della Dea).[5]
I poeti Charan hanno sviluppato una lingua letteraria unica da utilizzare nella loro letteratura conosciuta come Dingal (Antico Rajasthani occidentale), che è diventata la lingua della corte letteraria nelle regioni del Rajasthan, Kutch, Gujarat, Saurashtra e Malwa.[6]
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